giovedì 17 marzo 2016

Zero Storia



Agosto 2001, finite le scuole superiori, c'è la fase di passaggio spesso critica, che conduce alla vita universitaria, quando cioè lasci casa, famiglia, amici ed affetti in generale, lasci la tua città, i tuoi luoghi, le tue routine per andare a vivere una nuova avventura altrove.
Nei giorni compresi tra il 19 ed il 23 agosto, per essere più precisi, prende vita un personaggio: Zero.
Probabilmente un tentativo di recuperare un vecchio character  (Mutation, il primo super eroe inventato alle scuole medie), o forse un esperimento finito male, questo è sfociato in qualcosa di nuovo, un Alter Ego del sottoscritto con cui interfacciarsi, conoscersi, capirsi, trascendersi ed esercitarsi nel disegno/fumetto e nella vita.
La fisionomia ed il costume, o meglio l'abito perché non è di un super eroe che stiamo parlando, sono stati quelli sin da subito; ovvero il vestito bianco, con camicia nera e cravatta rossa, che inconsapevolmente si rifacevano ad una apparizione del personaggio di Teen wolf, il mitico film del 1985 con Michael j. Fox (vedi post precedenti).
Indubbiamente Zero è un personaggio cosciente di essere tale, o di essere la cavia di un esperimento un po' crudele. Polemico ed ironico, aggressivo e codardo, si muove con estrema disinvoltura anche oltre la quarta barriera, affollando da allora fogli, angoli di quaderni e bozzetti, senza però riuscire ad avere dedicata a lui una vera e propria storia. Mosso da un profondo desiderio di apparire, d'esistere, Zero è difficile da raccontare slegandolo dal suo autore, però lui non molla mai:

Prima di questa paginetta disegnata ed inchiostrata secondo tecnica arcaica (pennino e pennello intinti nell'inchiostro di china) e datata 04 ottobre 2001, Zero era apparso solo in scarabocchi e vignette schizzate al volo e non finite. Questa è la prima storia ufficiale dove egli appare e si racconta. Come suo costume Zero si rivolge direttamente al lettore, bypassando la mia autorità autorale, che nonostante la breve apparizione, viene subordinata al carattere del personaggio. Da notare il senso di lettura dall'alto verso il basso delle strisce, che tradiscono la mia scoperta dei manga, ed in particolare delle strisce umoristiche che leggevo in Tenchi muyo, messe a fine storia dove il mangaka scherzava con i suoi personaggi. Ultima nota: l'autore, cioè io, disegna con la sinistra, ma io non sono mancino... io lo interpreto come un lapsus grafico; un segno palese di come il foglio di carta faccia da specchio.


Questa storia, del 29 ottobre del 2001, è senza un titolo, per questo nella fase di editing per questa pubblicazione ho inserito il logo ZERO LIFE, con sotto Amarcord. Si tratta di uno scampolo di un cartoncino murillo 50 X 70, che trovai per casa, che bene si prestava al meccanismo della striscia (all'occidentale) e che disegnai con questo bianco nero e rosso. Scelta mossa dal desiderio di mostrare il colore della cravatta, ed anche di staccare certi elementi con un mezzo tono non realizzato con il tratteggio; non saprei se mossa anche da una qualche influenza esterna.
E qui iniziano i problemi tra le personalità...

In questa versione fatta probabilmente 10 anni dopo, non ho una data scritta sul foglio per confermare perciò vado ad intuito/memoria, la storia è rimontata nella tavola verticale tipica. I dialoghi sono stati rivisitati per l'occasione ed inseriti al computer ma solo per questa occasione, gli spazi erano stati lasciati bianchi e senza balloon.
Ricordo che l'intenzione era quella di riorganizzare e rimodernare tutto il materiale su Zero, che dopo anni era ormai copioso, sfruttando alcuni elementi narrativi come la dimensione spiraliforme bianca e nera dove il povero Zero viene precipitato dal sottoscritto dopo lo scazzo raccontato. Ed infatti...


In questa ipotetica Tavola uno, di un ciclo mai terminato, Zero usciva fuori dall'Inframondo (termine improprio perché l'ho involontariamente "rubato" da Riccardo Crosa ed il suo bellissimo Rigor Mortis; faccio pubblicamente ammenda, inventerò un altro nome) e scaraventato nel mezzo di un racconto inventato lì per lì tavola dopo tavola, vignetta dopo vignetta come mi saltava in mente, senza una sceneggiatura per chiarirci, anzi ZERO SCENEGGIATURA, come recita il titolo.
Questa storia risale all'estate del 2006, quando mi trasferii da Massa Carrara a Lucca, per cercare di far fortuna come fumettaro (come se il solo vivere nella città italiana del Comics da solo bastasse). Altra fase di passaggio per me, e nel racconto si alternavano tavole dove Zero incontrava una specie di mostro di Frankestein, ed il racconto del mio trasloco, nonché di una fallita love story con una mora dai folli capelli ricci che ribattezzai Medusa.
Fondamentale è l'apparizione di AMBARABA' CICCI' COCO', tre comprimarie divenute fondamentali nella saga di Zero. Queste, tra l'altro, nel novembre del 2007, proprio durante la fiera del fumetto ben nota, si scontrarono con il villain numero uno della storia del fumetto comico italiano: CATTIVIK. (voi dove mettete l'accento?).


  
Nello stand degli indipendenti, un'Associazione culturale organizzava questa BATTLE COMICS (da cui presi spunto per le varie BATTAGLIE DELLE STRISCE organizzate con STRANE NUVOLE) e tra gli iscritti alla tenzone c'era MASSIMO BONFATTI, che gareggiava con CATTIVIK.

Questa bozza è la prima storia "pubblicata" di Zero. Il virgolettato è di dovere poiché uscì su di una rivista autoprodotta diretta da una ragazza dell'Accademia di Carrara (di cui non ricordo il nome, ma solo il nick e forse anche male, Nice_la Rumenta; saluto), ovvero sul numero uno della rivista: LA RUMENTA (per i non liguri rumeta significa spazzatura).
Da questa bozza ricavai una storiella in tre vignette, con la caratteristica atipica che il dialogo non è inserito nei balloon ma è scritto in forma di testo tra le vignette, secondo l'impaginazione testuale e non grafica.
Il tono del breve racconto è decisamente psicologico, esistenzialista ed autoreferenziale; insomma paranoie esorcizzate con dei disegnetti.
Però non è la prima con questo tono, tant'è che...

Scampolo del 2004, ripulito e re impaginato per questa occasione con testo ben chiaro scritto col PC, questa one shot è sulla stessa riga della storiella "il senso della vita", ma precedente, ed inaugura un filone che è rimasto vivo fin ora: la psicanalisi. Qui vediamo per la prima volta il Dottor FISH, altro solido comprimario della saga di Zero, l'ipnoterapista del povero mannaro di carta, al quale egli si rivolge per cercare di dare un senso alla propria vita.


Piaciuta questa storia?
Sappiate che molto è stato omesso, ci sarebbero altri comprimari e disegnetti da mostrare o riadattare, per ora ritengo sufficiente aver introdotto, con questo excursus nel passato (nella Storia di Zero) quelli che sono gli elementi principali delle storie che presto leggerete su questo blog. Altri approfondimenti accompagneranno le pubblicazioni che spero vi appassioneranno.
A presto
Da.B.
...ed il suo caro Zero