domenica 5 giugno 2016

commistioni...

Salve a tutti.
Breve post per tenervi caldi per il prossimo, anzi per I PROSSIMI che sono in cantiere - non preoccupatevi Zero life non è andato disperso, anzi...

Durante il corso di grafica presso l'agenzia EGO 55 ho affrontato la progettazione di una mascotte. Il soggetto in questione era una lumaca, ed io mi sono sfiziato con il modellato (in plastilina) per avere un modello "dal vero" utile ad un disegno non sul blocco di carta a matita, ma direttamente al PC tramite tavoletta grafica. Eccovi diverse foto della lumachella campagnola e della mano in esecuzione; mentre in basso ci sono un paio di bozze preparatorie al modellato.

Curioso come i diversi mezzi si mescolano per inventare procedure e metodi nuovi in maniera assolutamente naturale... Peccato che la mia proposta non è stata poi selezionata. Certamente da quest'esperienza ho sviluppato nuovi modi per procedere nell'invenzione di un personaggio. Perciò chissà cosa riserva il futuro.
Con questo è tutto. A presto
DAB










giovedì 17 marzo 2016

Zero Storia



Agosto 2001, finite le scuole superiori, c'è la fase di passaggio spesso critica, che conduce alla vita universitaria, quando cioè lasci casa, famiglia, amici ed affetti in generale, lasci la tua città, i tuoi luoghi, le tue routine per andare a vivere una nuova avventura altrove.
Nei giorni compresi tra il 19 ed il 23 agosto, per essere più precisi, prende vita un personaggio: Zero.
Probabilmente un tentativo di recuperare un vecchio character  (Mutation, il primo super eroe inventato alle scuole medie), o forse un esperimento finito male, questo è sfociato in qualcosa di nuovo, un Alter Ego del sottoscritto con cui interfacciarsi, conoscersi, capirsi, trascendersi ed esercitarsi nel disegno/fumetto e nella vita.
La fisionomia ed il costume, o meglio l'abito perché non è di un super eroe che stiamo parlando, sono stati quelli sin da subito; ovvero il vestito bianco, con camicia nera e cravatta rossa, che inconsapevolmente si rifacevano ad una apparizione del personaggio di Teen wolf, il mitico film del 1985 con Michael j. Fox (vedi post precedenti).
Indubbiamente Zero è un personaggio cosciente di essere tale, o di essere la cavia di un esperimento un po' crudele. Polemico ed ironico, aggressivo e codardo, si muove con estrema disinvoltura anche oltre la quarta barriera, affollando da allora fogli, angoli di quaderni e bozzetti, senza però riuscire ad avere dedicata a lui una vera e propria storia. Mosso da un profondo desiderio di apparire, d'esistere, Zero è difficile da raccontare slegandolo dal suo autore, però lui non molla mai:

Prima di questa paginetta disegnata ed inchiostrata secondo tecnica arcaica (pennino e pennello intinti nell'inchiostro di china) e datata 04 ottobre 2001, Zero era apparso solo in scarabocchi e vignette schizzate al volo e non finite. Questa è la prima storia ufficiale dove egli appare e si racconta. Come suo costume Zero si rivolge direttamente al lettore, bypassando la mia autorità autorale, che nonostante la breve apparizione, viene subordinata al carattere del personaggio. Da notare il senso di lettura dall'alto verso il basso delle strisce, che tradiscono la mia scoperta dei manga, ed in particolare delle strisce umoristiche che leggevo in Tenchi muyo, messe a fine storia dove il mangaka scherzava con i suoi personaggi. Ultima nota: l'autore, cioè io, disegna con la sinistra, ma io non sono mancino... io lo interpreto come un lapsus grafico; un segno palese di come il foglio di carta faccia da specchio.


Questa storia, del 29 ottobre del 2001, è senza un titolo, per questo nella fase di editing per questa pubblicazione ho inserito il logo ZERO LIFE, con sotto Amarcord. Si tratta di uno scampolo di un cartoncino murillo 50 X 70, che trovai per casa, che bene si prestava al meccanismo della striscia (all'occidentale) e che disegnai con questo bianco nero e rosso. Scelta mossa dal desiderio di mostrare il colore della cravatta, ed anche di staccare certi elementi con un mezzo tono non realizzato con il tratteggio; non saprei se mossa anche da una qualche influenza esterna.
E qui iniziano i problemi tra le personalità...

In questa versione fatta probabilmente 10 anni dopo, non ho una data scritta sul foglio per confermare perciò vado ad intuito/memoria, la storia è rimontata nella tavola verticale tipica. I dialoghi sono stati rivisitati per l'occasione ed inseriti al computer ma solo per questa occasione, gli spazi erano stati lasciati bianchi e senza balloon.
Ricordo che l'intenzione era quella di riorganizzare e rimodernare tutto il materiale su Zero, che dopo anni era ormai copioso, sfruttando alcuni elementi narrativi come la dimensione spiraliforme bianca e nera dove il povero Zero viene precipitato dal sottoscritto dopo lo scazzo raccontato. Ed infatti...


In questa ipotetica Tavola uno, di un ciclo mai terminato, Zero usciva fuori dall'Inframondo (termine improprio perché l'ho involontariamente "rubato" da Riccardo Crosa ed il suo bellissimo Rigor Mortis; faccio pubblicamente ammenda, inventerò un altro nome) e scaraventato nel mezzo di un racconto inventato lì per lì tavola dopo tavola, vignetta dopo vignetta come mi saltava in mente, senza una sceneggiatura per chiarirci, anzi ZERO SCENEGGIATURA, come recita il titolo.
Questa storia risale all'estate del 2006, quando mi trasferii da Massa Carrara a Lucca, per cercare di far fortuna come fumettaro (come se il solo vivere nella città italiana del Comics da solo bastasse). Altra fase di passaggio per me, e nel racconto si alternavano tavole dove Zero incontrava una specie di mostro di Frankestein, ed il racconto del mio trasloco, nonché di una fallita love story con una mora dai folli capelli ricci che ribattezzai Medusa.
Fondamentale è l'apparizione di AMBARABA' CICCI' COCO', tre comprimarie divenute fondamentali nella saga di Zero. Queste, tra l'altro, nel novembre del 2007, proprio durante la fiera del fumetto ben nota, si scontrarono con il villain numero uno della storia del fumetto comico italiano: CATTIVIK. (voi dove mettete l'accento?).


  
Nello stand degli indipendenti, un'Associazione culturale organizzava questa BATTLE COMICS (da cui presi spunto per le varie BATTAGLIE DELLE STRISCE organizzate con STRANE NUVOLE) e tra gli iscritti alla tenzone c'era MASSIMO BONFATTI, che gareggiava con CATTIVIK.

Questa bozza è la prima storia "pubblicata" di Zero. Il virgolettato è di dovere poiché uscì su di una rivista autoprodotta diretta da una ragazza dell'Accademia di Carrara (di cui non ricordo il nome, ma solo il nick e forse anche male, Nice_la Rumenta; saluto), ovvero sul numero uno della rivista: LA RUMENTA (per i non liguri rumeta significa spazzatura).
Da questa bozza ricavai una storiella in tre vignette, con la caratteristica atipica che il dialogo non è inserito nei balloon ma è scritto in forma di testo tra le vignette, secondo l'impaginazione testuale e non grafica.
Il tono del breve racconto è decisamente psicologico, esistenzialista ed autoreferenziale; insomma paranoie esorcizzate con dei disegnetti.
Però non è la prima con questo tono, tant'è che...

Scampolo del 2004, ripulito e re impaginato per questa occasione con testo ben chiaro scritto col PC, questa one shot è sulla stessa riga della storiella "il senso della vita", ma precedente, ed inaugura un filone che è rimasto vivo fin ora: la psicanalisi. Qui vediamo per la prima volta il Dottor FISH, altro solido comprimario della saga di Zero, l'ipnoterapista del povero mannaro di carta, al quale egli si rivolge per cercare di dare un senso alla propria vita.


Piaciuta questa storia?
Sappiate che molto è stato omesso, ci sarebbero altri comprimari e disegnetti da mostrare o riadattare, per ora ritengo sufficiente aver introdotto, con questo excursus nel passato (nella Storia di Zero) quelli che sono gli elementi principali delle storie che presto leggerete su questo blog. Altri approfondimenti accompagneranno le pubblicazioni che spero vi appassioneranno.
A presto
Da.B.
...ed il suo caro Zero 

venerdì 26 febbraio 2016

Ogni volta, ri-parto da Zero

Rieccoci con una pillola; in verità un vago tentativo di mantenere viva l'attenzione sul blog e sul mio fare...
Punto primo: vi piace il nuovo DAB logo?
Presto lo spammero per tutto il web su tutte le mie piattaforme social per promuoverlo come il marchio ufficiale del sottoscritto. Di questo però ne parlerò approfonditamente in un prossimo post.
Nel frattempo mi ricucio a Zero...
...e questo è il Punto secondo: il ritorno prepotente del licantropo impiccione nei miei vagheggiamenti fumettistici. Si perché come sempre - e come del resto dal post precedente - ho ricominciato a disegnare fumetti autoreferenziali, ma una trama inizia a delinearsi. Strano ma vero, accade che i deliri prendono forma, si sublimano, per dirla alla feudiana maniera, sino a diventare vere e proprie storie. Dato che la spinta è assolutamente istintiva, spesso riuscire a delineare un racconto coerente in mezzo a tanti bozzetti e personaggi è difficile.
Nei corsi di fumetto, che ho tenuto e frequentato, si è sempre stabilito che è necessario scrivere una sceneggiatura, prima di lanciarsi nel disegno. Io - e lo scrivo senza vanto - faccio il contrario... Almeno quando si tratta di Zero, che non smetterò mai di dichiararlo è un vero e proprio Alter Ego, più che un personaggio totem. Perciò ogni volta è una battaglia tentare di mettere ordine al caos. Ed infatti spesso in passato mollavo la cosa a metà strada.
Stavolta invece un primo ciclo di dodici pagine l'ho disegnato. Mantenendo lo stile istintivo ed autoreferenziale, cosa che per il prossimo, che sto delineando vorrei ovviare. "Come?" ...ed aggiungerei: "Cosa? Dove? ...insomma, facci vedere/leggere qualcosa!" Direte, e presto sarete accontentati, per ora godetevi questo bozzetto di logo:
Alla prossima.
Da.B.

martedì 19 gennaio 2016

qualcosa bolle in pent... in penna

Con la scusa di mostrare il nuovo look del banner, vi regalo una tavola spuria di una storia con me e Zero, sapete chi è Zero? NO?!
Possibile? Sicuramente ne avrò parlato nel blog (fatevi un giro nei post precedenti) o sul profilo Facebook. Però in effetti non ho mai raccontato il rapporto tra me ed il mio head character e per farlo non mi dilungherò su questo post. Per ora accontentatevi di questo, perché qualcosa bolle in pentola, anzi nell'inchiostro della penna. ;-)
Vi saluto ed aspetto commenti.
A presto
Da.B.


domenica 10 gennaio 2016

Rotta per la baia di Tricarico

Salve a tutti,
                     questo post vuole documentare un lavoro svolto tra fine settembre e primi di ottobre e che ho tenuto celato al mondo dell'internet, poiché l'attività in questione si è inaugurata il 30 dicembre scorso, ed è a pieno regime dall'inizio di questo 2016. In particolare qui si vuole raccontare, con questo ricco reportage fotografico (anche se parliamo di foto fatte con lo smartphone) le fasi di lavorazione del murale realizzato sul pannello sopra il banco da lavoro del bar, a cui si associano alcuni decori murari ed il logo/disegno impiegato per l'insegna ed affini. Un lavoro impegnativo sotto diversi punti di vista che mi ha portato ad usare dalla matita al PC, dal photoshop al punteruolo, incrociando tecniche arcaiche come lo spolvero, alla grafica pubblicitaria - alla quale inizio ad affacciarmi solo di recente.

Dopo questa premessa, prima di lasciarvi alle immagini, è doveroso spendere due parole per farvi calare meglio nell'avventura del
BAR GELATERIA IL PIRATA, l'attività di Beppe Miseo - alias il Pirata, per l'appunto - che si trova nel centro di Tricarico (provincia di Matera).

Sin dalla prima telefonata compresi da subito che questo non sarebbe stato semplicemente un lavoro, ma un'esperienza. Di quelle esperienze che oltre a formarti dal punto di vista professionale ti arricchiscono dal punto di vista umano; ed infatti adesso ho un nuovo amico: Beppe il Pirata (anzi molti di più se contiamo tutta la sua ciurma, ovvero moglie, figlioli, parenti ed amici tutti). Lavorare in una realtà come Tricarico, paesino della provincia materana, è stato alle volte come sbarcare da alieno in un nuovo mondo inesplorato, ed altre, come tornare alle mie origini rispolverando i ricordi d'infanzia di nonni e zii, testimoni di quella civiltà originaria da cui proveniamo. Mi riferisco alla parte più autentica ed umana della vita nei Sassi, quella che rischiamo di perdere a furia di patinarci per far bella figura coi turisti... ma torniamo al pirata...
Pertanto quando conobbi Beppe ed il progetto che stava mettendo in piedi, capii che non avrei semplicemente decorato la parete di un Bar, ma avrei contribuito a creare un'atmosfera. Quasi alla stregua di un character design il Pirata aveva bisogno di dare forma alle immagini che vivevano nella sua mente, anzi nel suo cuore.
Così dopo una fase iniziale di studi e bozzettini, soprattutto per la figura del Pirata il personaggio del logo (date una sbirciata al profilo facebook e troverete qualcosa) l'idea chiave è giunta. Inizialmente destinata ad una parte secondaria del locale il murale, che possiamo battezzare: la baia di Tricarico, è venuto alla luce in modo assurdamente spontaneo. In pratica, come vedrete dalle foto, lo skyline di Tricarico (caratterizzato dalla sua forma a Locomotiva) associato ad una baia, stile isola tropicale, dove sono attraccate le navi del pirata.

Ed ora basta parole.





















Come concludere se non ovviamente invitandovi a prendere anche voi la rotta per la baia di Tricarico, dove troverete il Pirata, uno spirito nobile che saprà accogliervi con affetto e competenza nel suo bellissimo Bar. Lasciatevi conquistare dall'ambiente, dalla musica, dal gelato, dal caffè, dalle prelibatezze, fermatevi nella sala the oppure al banco, ed una volta lì datevi un occhiata intorno ;)
Alla prossima
Da.B.