mercoledì 30 novembre 2011

Il mio peggior nemico



Salve a tutti i lettori rimasti. Già, rimasti. Perché con la frequenza che ho nel postare sul blog, non mi stupisce l'idea che alcuni di voi si siano defilati alla ricerca di blogger più costanti di me. Pazienza, l'accetto di buon grado poiché so che la mia scarsa costanza non è dettata dalla pigrizia o dalla mancanza d’inventiva. Sono spesso molto stanco o a corto di tempo per dedicarmi al blog, e siccome ci tengo a presentare storie, idee, pensieri, riflessioni che parlino di me, ma che possano interessare anche chiunque altro non sia me, l’impegno dietro ogni post non è poco (anche se spesso salto le consonanti mute, o sbaglio gli accenti).
L’Associazione è comunque un bell’impegno, soprattutto quando desideri che vada tutto per il meglio e vorresti migliorare ogni aspetto che la compone, dalla pulizia degli ambienti all’organizzazione degli eventi. Ed il problema è che l’associazione coincide con il mio covo di produzioni fumettistiche. Mondo del quale inizio a disegnare geografie precise e consapevoli; esercizio dove l’impegno non è affatto poco. E non è raro che i due impegni si sovrappongano e mi mandino particolarmente in tilt.
Più che l’impegno, o l’entusiasmo, o la voglia, a mancare è il tempo e le energie. Soprattutto quando per affrontare le spese minime, si è costretti ad un impiego part-time (consegnare le pizze), portato avanti con altrettanto impegno ed entusiasmo, e che alle volte riesce a sottrarre molte energie ed ore di sonno prezioso.
Un calvario? Affatto, è il sale della vita, considerando le diverse fortune intrinseche che questi impegni riflettono. Ed allora qual è il punto?
E veniamo all’argomento di oggi: Il mio peggior nemico
Non dimentichiamo, miei cari, che se d’abitudine disegno è perché voglio fare della mia passione/propensione un mezzo di sostentamento. Cosa molto semplice infondo, basta impegnarsi. Come la mettiamo, però, se scopri che ogni volta che ti si pone un impegno, o meglio ti si propone un occasione, le tue aspettative, assieme ai tuoi sogni, congiunte alle tue esigenze, si coalizzano in un feroce nemico?
Disegni, disegni e disegni, ma l’ansia e la paura di fallire ti si stagliano davanti come il peggior avversario che ti possa capitare.
E si spiega anche il disegno di oggi. Le metafore sportive, o in genere che riguardano le discipline di lotta, di sfida diretta, com’è la boxe, insegnano da subito che il nostro peggior avversario siamo noi stessi. Ho scelto la boxe come metafora, perché è un’arte marziale che mi affascina e che non ho il coraggio di fare, perché molto fisica; mentre non ho paura di praticare il Budo Taijutsu che è molto meno sportivo (ma questa è un'altra storia). Assodato che il corpo e la mente sono due elementi correlati, in questo piano esistenziale, imparare a gestire il proprio corpo è un ottimo mezzo per gestire la propria emotività. Eppure ogni volta che la sfida è più dura la mia mente vacilla, e segna il count down già prima che suoni il GONG! dell’inizio della competizione.
Ogni volta una sfida, ogni volta sul mio quadrato personale, circondato matite e penne, che sembrano stare lì ad incitarti, e da fogli bianchi che spesso assumono la stessa faccia di quell'odioso avversario.
SDENG!
                      ...un'altra sfida.

a presto
Da.B.

lunedì 7 novembre 2011

Nel frattempo consegno le pizze.

Ciao a tutti,
                    come state?
Io mi sento un po' un sopravvissuto, ma un sopravvissuto di lusso, considerando chi in questi giorni è sopravvissuto alle alluvioni ed alle catastrofi causate dalle piogge. Ho vissuto nella zona di Massa Carrara per circa quattro anni della mia vita e luoghi come "le Cinque Terre" "Aulla" "Pontremoli" "la Lunigiana" li ho visitati, oppure li ho vissuti attraverso i discorsi di amici e conoscenti. Poi i miei coinquilini erano spezzini (di La Spezia) e anche attraverso i loro rimandi mi sembrava tutto così familiare, perciò quando le notizie parlavano di sconvolgimenti dovuti all'acqua mi sono sentito vicino a quelle persone ed a quei luoghi. Quindi è senza retorica che esprimo un sincero cordoglio per le vittime e le loro famiglie, e mi spendo in un augurio di pronta ripresa e ricostruzione.


Dopo il cappelletto doveroso, passiamo alla mia vita.
La settimana scorsa sono stato a Lucca, per la fiera del fumetto, e non ci sono andato lì per caso, ma per una ragione precisa: ero tra i finalisti del Lucca Comics Project Contest.
Per chi non lo sapesse, il Project Contest è un concorso organizzato dalla direzione dell'omonima fiera, in collaborazione con un editore, quest'anno Edizioni BD, dove i partecipanti propongono un progetto editoriale, un'idea da pubblicare. Un concorso serio che offre la possibilità di una pubblicazione importante con tanto di contratto. Una grande occasione che ho rincorso con le unghie e con i denti, arrivando, come mio solito, a spedire il materiale sul filo del tempo massimo, costringendomi a corse pazze contro il tempo. Inutile dirvi che ero desideroso di vincere e vedermi finalmente riconosciuta la professionalità, sia come disegnatore, che come autore, ma evidentemente è ancora un po presto. Non ho vinto il concorso, ma ho avuto la soddisfazione di testare la mia idea e trovare tutto sommato un buon riscontro; la pecca è stata quella di proporre una serie, mentre loro cercavano una progetto valido per una pubblicazione unica. Un'ingenuità, forse.

Il progetto proposto s'intitola ZERO Life (di cui vedete un estratto accanto). E se sono stato un pò ingenuo a non pensare al volume unico è stato per colpa del tizio peloso e bianco seduto alla poltrona rossa, Zero, un personaggio nato nel novembre 2001, e che da dieci anni appartiene al mio immaginario personale e che per questa ragione ha stentato un pò prima di prendere una forma compiuta. C'è voluto del tempo, ma ora la sua storia è in piedi, un po grazie allo stimolo datomi dal concorso, un po' grazie al tempo trascorso che ha permesso di sviluppare certe caratteristiche della storia prima impensate, un po per tanti altri motivi. Quello che c'è di sicuro è che la sua storia, o meglio la sua vita vale la pena raccontarla ed appena ne avrò occasione potrete leggerla. Magari in volumetti brossurati o cartonati, stile edizioni di lusso, ma al di là delle menate e dei desideri, Zero dopo questa sua prima uscita ufficiale, sarà sempre la mia bandiera.

Nonostante la riuscita non positiva del concorso, questa spedizione verso Lucca non è stata un'occasione sprecata, anzi:
  • Essere stato scelto tra i finalisti mi ha giovato soprattutto al portafogli, poiché ho avuto l'ingresso gratis alla fiera, e considerando il costo del biglietto giornaliero (14 euro) non è poca cosa; il bello è che giravo con un badge con su scritto "ospite".
  • Ha giovato alla mia determinazione ed autostima, perché ho avuto ottimi pareri e buoni consigli anche da ragazzi che hanno frequentato scuole di fumetto e che fanno fatica a raggiungere un livello come il mio (senza falsa modestia).
  • Ho avuto modo di parlare con dei professionisti: Giuseppe Di Bernardo,  Paolo Bacilieri, Laura Scarpa e qualche editor, e sono stati tutti molto costruttivi, contrariamente alle mie paranoie. Già perché la cosa che temevo di più era di ricevere critiche feroci del tipo: << Ma sei sicuro di voler fare il fumettista? >>.
  • Ho preso dei contatti, sperando che questi si rivelino buoni e fruttuosi.
  • I miei amici! Per fortuna sono riuscito a vedere i miei amici lucchesi, senza dover concentrare tutto in una sera o in una mezz'ora prima di partire. Dato che la permanenza è stata sostanziosa ho dato tempo a tutti e sono tornato col cuore pieno dei loro sorrisi ed abbracci, anziché dei rimpianti dovuti alla morsa del tiranno Kronos.
Nel frattempo la mia attività va avanti (... e di questo saprete altro molto preso) ed ho intenzione di dedicarmi a pieno ad un progetto fumettistico propostomi tempo fa, e che ho trascinato a lungo a causa delle mie insicurezze. E poi farò delle prove per qualche testata Made in Italy, che ultimamente vedo spuntare in edicola. Ma siccome non si vive di solo disegno, purtroppo, è quasi un mese che faccio un lavoro part-time: responsabile del servizio a domicilio di un'azienda alimentare. Ovvero: consegno le pizze!
Tutte le sere dalle 19:30 circa, gironzolo per Matera, consegnando pizze a destra e a manca, cercando in tutti i modi di arrivare prima che la pizza raffreddi, lottando con uno scooter infame, che da spesso problemi, l'avanzata dell'inverno, ed il traffico idiota che questa città esprime.
La pizzeria è quella di cui leggete qui accanto e questa "marchetta" la faccio volentieri, dato che i titolari sono amici e meritano di essere pubblicizzati, dato che la pizza è buona ed i prezzi sono ottimi; e poi se loro guadagnano di più posso chiedere un aumento. Scherzi a parte, questa cosa dapprima mi metteva un po in imbarazzo, ma col senno di poi penso che lavoro migliore non potesse capitarmi, visto che non sottrae tempo al disegno, mi retribuisce il giusto, e mi permette di conoscere tanta gente. Un domani la mia faccia sarà associata alla pizza che hanno mangiato e penseranno: << ...è quello delle pizze... Se i suoi fumetti sono buoni come le pizze che consegna, allora li compro... >>. :D

Con questo è tutto, vi lascio un disegno e vi rimando al prossimo post.

Un abbraccio a tutti ed a presto.
Da.B.

P.S. Un mega ringraziamento ad Angela Pansini, per l'aiuto datomi nella stesura dei testi per il Contest. Ed un grazie anche a chi mi ha aiutato indirettamente ed ha creduto in me.
                                                                                                               ...un altro piccolo passo...