Salve a tutti i lettori rimasti. Già, rimasti. Perché con la frequenza che ho nel postare sul blog, non mi stupisce l'idea che alcuni di voi si siano defilati alla ricerca di blogger più costanti di me. Pazienza, l'accetto di buon grado poiché so che la mia scarsa costanza non è dettata dalla pigrizia o dalla mancanza d’inventiva. Sono spesso molto stanco o a corto di tempo per dedicarmi al blog, e siccome ci tengo a presentare storie, idee, pensieri, riflessioni che parlino di me, ma che possano interessare anche chiunque altro non sia me, l’impegno dietro ogni post non è poco (anche se spesso salto le consonanti mute, o sbaglio gli accenti).
L’Associazione è comunque un bell’impegno, soprattutto quando desideri che vada tutto per il meglio e vorresti migliorare ogni aspetto che la compone, dalla pulizia degli ambienti all’organizzazione degli eventi. Ed il problema è che l’associazione coincide con il mio covo di produzioni fumettistiche. Mondo del quale inizio a disegnare geografie precise e consapevoli; esercizio dove l’impegno non è affatto poco. E non è raro che i due impegni si sovrappongano e mi mandino particolarmente in tilt.
Più che l’impegno, o l’entusiasmo, o la voglia, a mancare è il tempo e le energie. Soprattutto quando per affrontare le spese minime, si è costretti ad un impiego part-time (consegnare le pizze), portato avanti con altrettanto impegno ed entusiasmo, e che alle volte riesce a sottrarre molte energie ed ore di sonno prezioso.
Un calvario? Affatto, è il sale della vita, considerando le diverse fortune intrinseche che questi impegni riflettono. Ed allora qual è il punto?
E veniamo all’argomento di oggi: Il mio peggior nemico
Non dimentichiamo, miei cari, che se d’abitudine disegno è perché voglio fare della mia passione/propensione un mezzo di sostentamento. Cosa molto semplice infondo, basta impegnarsi. Come la mettiamo, però, se scopri che ogni volta che ti si pone un impegno, o meglio ti si propone un occasione, le tue aspettative, assieme ai tuoi sogni, congiunte alle tue esigenze, si coalizzano in un feroce nemico?
Disegni, disegni e disegni, ma l’ansia e la paura di fallire ti si stagliano davanti come il peggior avversario che ti possa capitare.
E si spiega anche il disegno di oggi. Le metafore sportive, o in genere che riguardano le discipline di lotta, di sfida diretta, com’è la boxe, insegnano da subito che il nostro peggior avversario siamo noi stessi. Ho scelto la boxe come metafora, perché è un’arte marziale che mi affascina e che non ho il coraggio di fare, perché molto fisica; mentre non ho paura di praticare il Budo Taijutsu che è molto meno sportivo (ma questa è un'altra storia). Assodato che il corpo e la mente sono due elementi correlati, in questo piano esistenziale, imparare a gestire il proprio corpo è un ottimo mezzo per gestire la propria emotività. Eppure ogni volta che la sfida è più dura la mia mente vacilla, e segna il count down già prima che suoni il GONG! dell’inizio della competizione.
Ogni volta una sfida, ogni volta sul mio quadrato personale, circondato matite e penne, che sembrano stare lì ad incitarti, e da fogli bianchi che spesso assumono la stessa faccia di quell'odioso avversario.
SDENG!
...un'altra sfida.
a presto
Da.B.